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ΘΕΟΛΟΓΙΚΟ ΙΣΤΟΛΟΓΙΟ

Cristo è risorto dal sepolcro, Dio e Uomo, ed assieme a Lui è risorto l’uomo! La tirannia della morte rappresenta il passato.

Συγγραφέας: kantonopou στις 1 Απριλίου, 2010

ba1.jpgFratelli e Figli amati nel Signore,

Ancora una volta gioioso e splendente sorge il Santo giorno di Pasqua e dispensa gioia, consolazione, esultanza e naturalmente speranza di vita in tutti i fedeli, nonostante il prevalere nel mondo di una atmosfera pesante, a causa della crisi multidimensionale con tutte le sue note conseguenze dolorose nella vita quotidiana dell’umanità.

Cristo è risorto dal sepolcro, Dio e Uomo, ed assieme a Lui è risorto l’uomo! La tirannia della morte rappresenta il passato.

Il solo Potente e Datore di vita , poiché ha assunto volontariamente per mezzo della Sua incarnazione tutta la miseria della nostra natura e la sua capitolazione, cioè la morte, “Allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità” (Apolitikio resurrezionale del 2 tono) , ha donato anche all’uomo la vita e una “vita in abbondanza” (Gv.10,10). Questa abbondanza di vita che il Risorto ha donato a noi, il diavolo non smette di calunniarla e di screditarla sempre con conseguenze verso il suo nome, benché ora fiaccato, e completamente senza forze e ridicolo. Egli la calunnia,  facendo prevalere nel mondo anche della dissolutezza, “l’hybris”, tanto verso Dio, quanto verso l’umanità e tutta la creazione. Egli la scredita anche con la esistenza dentro di noi di una “vecchia ruggine”, di una inclinazione al peccato, la quale sempre idoneamente trae profitto cercando di intrappolarci sia nel peccato tangibile sia nell’errore circa la fede. La dissolutezza , “l’hybris”, è il frutto di quella “ruggine” ed entrambe comprendono la sinistra copia responsabile del turbamento delle relazioni con noi stessi, con gli altri, con Dio e con il creato. Pertanto vi è una necessità ineluttabile di purificare questa ruggine con ogni attenzione e cura, affinché risplenda abbondante la luce vivificante del Cristo risorto nella mente, nell’anima e nel nostro corpo, allontani il buio della dissolutezza, e riversi l’abbondanza della vita in tutto il mondo.

Questo non può essere conseguito né attraverso la filosofia, la scienza, o la tecnologia, l’arte o qualche ideologia, se non solo attraverso la fede fino alla Passione, alla Croce, alla Morte e alla discesa ai confini dell’Ade, e alla Resurrezione dai morti del Dio e Uomo Gesù Cristo, espressa attraverso la vita sacramentale della Chiesa e attraverso una laboriosa e sistematica lotta spirituale.

La Chiesa, quale Corpo di Cristo, vive ininterrottamente e nei secoli il miracolo della Resurrezione e attraverso i suoi santi Misteri, la Teologia ed il suo insegnamento pratico, ci dà la possibilità di partecipare al miracolo, di condividere la vittoria sulla morte per diventare figli  irradianti di luce della Resurrezione e veramente “partecipi della natura divina” (2 Pt. 1,4),come è avvenuto e avviene con tutti i Santi.

La naturale predisposizione al male, nel profondo del nostro cuore e il fascio di spine delle passioni unito alla ruggine del “vecchio uomo” (Ef. 4,22) che è in noi, sono il necessario per essere trasfigurati nel più breve tempo possibile in Cristo, per Cristo e grazie a Cristo e delle Sue Icone viventi che sono attorno a noi, – cioè il nostro prossimo -, in un bouquet di virtù, di santificazione e di giustizia.

Così il Santo innografo opportunamente canta: “Rivestiti della veste della giustizia, più bianca della neve, rallegriamoci in questo giorno di Pasqua, nel quale Cristo, sole di giustizia, sorgendo dai morti, ci ha fatti tutti i risplendere di incorruttibilità”. (Vesperi del giovedì di Tommaso) . La veste bianca della giustizia ci è stata data simbolicamente durante il Santo Battesimo e siamo chiamati – per mezzo di una continua conversione, di lacrime gioiose, di una preghiera interrotta, di un controllo dei desideri, della pazienza per le cose dolorose della vita, dalla fatica che non recede nella pratica applicazione di tutte le leggi di Dio e naturalmente dalla legge capitale dell’amore, – a purificarci a fondo, partecipando così allo svuotamento, alla kenosi, della croce del Dio e Uomo, affinché giunga la letizia pasquale, la luce fulgida della Resurrezione e la salvezza nella nostra vita e nel mondo attorno a noi.

Indirizzando queste cose da sempre dal Fanar , nelle prove del Venerdì Santo, ma anche nella luce e nella esperienza gioiosa della Resurrezione, esprimendo l’affetto della Madre Chiesa, auguriamo di tutto cuore ogni dono salvifico dall’Artefice della vita, il Risorto dai morti, e la Benedizione Pasquale.

Santa Pasqua 2010

+ Il Patriarca di Costantinopoli

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